La storia di Lanciano
La presenza dell'uomo nel territorio lancianese, documentata dal ritrovamento archeologico di schegge di selce e strumenti in pietra, risale all'età Paleolitica, 30.000 anni fa.
Nel 1969 scavi in località Marcianese, condotti con rigore scientifico dal prof. Alfredo Geniola dell'Università di Bari portò alla luce i resti di un insediamento di capanne di età Neolitica, noto come Villaggio "Rossi", datati al VI - V millennio a. C.
Scavi condotti in anni recenti all'interno del centro storico hanno invece permesso di datare i primi insediamenti nell'area urbana attuale tra il XII e il VII sec. a. C., a cavallo tra l'Età del Bronzo e l'Età del Ferro.
E' questa l'epoca nella quale gli storici più antichi, Giacomo Fella e Pietro Pollidori collocarono la fondazione, mitologica, della città attribuita a Solima, compagno di Enea fuggito da Troia dopo la sua distruzione.
In epoca preromana, tra il VI e il V sec. a. C., il territorio costiero abruzzese – molisana era abitato dai Frentani, popolazione di lingua osca, che si ritiene originata dai Sanniti, dei quali ci restano numerose testimonianze archeologiche, costituite soprattutto da corredi tombali, maschili e femminili, conservate presso il Civico Museo Archeologico.
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In epoca Romana, dal IV sec. a. C., Anxanum ebbe un notevole sviluppo e conobbe grande prosperità per via della sua posizione geografica che la poteva come snodo fondamentale di numerosi assi viari e dal I sec. a. C. Anxanum divenne Municipium Romano come dimostrato dalla lapide romana ritrovata nel '500 che venne inserita alla base del campanile della Cattedrale dove rimase fino alla II Guerra Mondiale quando, danneggiata dal bombardamento che colpì la Piazza il 4 aprile del 1944, venne ricoverata all'interno del Municipio, la quale, seppure di controversa lettura, è considerata autentica e dimostra che Anxanum ebbe magistrati che erano propri dei Municipi.
Anxanum mantenne e accrebbe la sua importanza in Età Imperiale, epoca della quale esistono numerose tracce archeologiche e nella quale si colloca, secondo la tradizione, la costruzione del ponte intitolato all'imperatore Diocleziano, del quale però si ha notizia solo attraverso una lapide dedicatoria ritrovata nel '700, benché le indagini archeologiche effettuate nell'area della testata dell'attuale ponte riportato alle luce strutture datate proprio all'epoca tardo romana (284-305), insieme ad un piano di percorrenza coevo.
Sotto il controllo dei Bizantini dal 538, dopo essere stata occupata dai Goti nel 493 d.C., entrò far parte dei Ducato Longobardo di Benevento nella seconda metà del VII sec.
Se all'insediamento bizantino viene collegata la presenza del monastero dei Monaci Basiliani, presso i quali avvenne il Miracolo Eucaristico, alla dominazione Longobarda viene fatta risalire la costruzione di una struttura fortificata, oggi scomparsa, nel cuore di quello che oggi è il quartiere di Lancianovecchio.
Dopo l’anno mille, con l’avvento della dominazione Normanna, Lanciano conobbe un nuovo sviluppo.
L’ Imperatore Federico II dichiarò libere da imposizioni fiscali le merci destinate alle sue Fiere, che si tenevano due volte l’anno in concomitanza della Trasumanza, attività fondamentale per l’economia abruzzese, che nel 1447 Re Alfonso V d’Aragona volle regolamentare con l’istituzione della Regia Dogana della Mena delle Pecore e la concessione a Lanciano, che in quest’epoca arrivò a possedere più di 40 feudi e ad essere la città più popolosa della regione, dell’istituzione di una Zecca.
Nel 1515 Lanciano venne elevata a Diocesi e dal 1545 ad Arcidiocesi indipendente da quella teatina ma contestualmente iniziò il decadimento delle sue attività economiche, a causa dei nuovi assetti politici, della scoperta dell’America, con gli effetti che produsse in ambito geo-economico, e il susseguirsi di diverse epidemie di peste.
Dal 1640 la sua demanialità, l’appartenenza diretta alla Corona di Napoli, venne messa in discussione. Lanciano venne infeudata e passò nominalmente ai D’Avalos ma la Città intentò ricorso contro il provvedimento e ne seguì una lunga causa presso la Corte che si prolungò, con situazioni di compromesso, fin quasi all’eversione della Feudalità nell’ultimo quarto del secolo successivo.
La politica di risanamento amministrativo e finanziario avviata da Carlo III di Borbone fece sentire i suoi benefici effetti anche su Lanciano. Il ‘700 lancianese è un secolo di vero e proprio rinascimento dal punto di vista culturale e artistico ma anche economico.
E’ il secolo del grande cantiere artistico della Cattedrale della Madonna del Ponte ma anche della progressiva riorganizzazione agraria, delle grandi personalità della cultura come il musicista Fedele Fenerali, nato a Lanciano nel 1730, il giurista ed intellettuale Pasquale Maria Liberatore, nato nel 1763, lo storico Gennaro Ravizza, nato nel 1766 e molti altri ancora.
Nel decennio francese Lanciano diventa capoluogo del “Dipartimento del Sangro”, comprendente la zona dell’Abruzzo al di sotto del Pescara ed ospita, dal 1808, il Tribunale d’Appello degli Abruzzi.
Lanciano durante la Restaurazione fu nota per la sua “turbolenza” e non fu ben vista dai sovrani napoletani e soltanto con l’Unità d’Italia essa riuscì a recupera la sua importanza soprattutto nel settore economico. Con la progressiva espansione urbana che segue l’approvazione del primo piano regolatore, nel 1879, la costruzione di importanti infrastrutture come l’Acquedotto del Verde e la Ferrovia Adriatico Sangritana. si sviluppano numerose attività commerciali e proto industriali, dalla lavorazioni della canapa per la realizzazione di cordami e fiscoli, alla produzione di terraglie su vasta scala per poi arrivare alla nascita delle vere e proprie industrie come il Calzificio del F.lli Torrieri, la tipografia e Casa Editrice Rocco Carabba fino all’apertura del grande stabilimento dell’Azienda Tabacchi.
E’ una città industriale e moderna quella che negli anni ’40 del ‘900 viene travolta dagli eventi della Seconda Guerra Mondiale durante la quale, il 6 ottobre 1943 un pugno di suoi giovanissimi cittadini fu protagonista di uno dei fatti più noti della Resistenza abruzzese.
Quel giorno, con un moto spontaneo, l’intera popolazione si rivoltò contro l’occupazione tedesca accorrendo in aiuto di un raggruppamento partigiano impegnato in uno scontro con il nemico occupante.
Il sacrificio degli undici Martiri Ottobrini, valse a Lanciano la Medaglia d’Oro al valore militare.
(testi di Domenico Maria Del Bello)