Lanciano - Terzo itinerario

Lanciano - Terzo itinerario: i quartieri di Civitanova e Sacca.

I quartieri di Civitanova e sacca sorgono sul colle posto di fronte alla Basilica. Essi sono raggiungibili attraversando il dedalo di viuzze (chiamate Vichi) che vi si arrampicano, vi suggeriamo di salire da Via Corsea, la strada che ha inizio a sinistra dietro il monumento ai caduti, da lì, giunti al laghetto dei gradoni, vi consigliamo di prendere a destra la salita dei Gradoni.

Una volta in cima ad essa, svoltate a sinistra e, dopo poche decine di metri si aprirà, maestosa, la Chiesa di Santa Maria Maggiore.

Santa Maria Maggiore

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Lanciano - Chiesa di Santa Maria MaggioreSanta Maria Maggiore è uno dei monumenti più noti ed importanti della città di Lanciano.

Ricostruita nel 1227 in stile gotico – cistercense su una precedente struttura dell’XI secolo, di cui ci resta il portale romanico, recuperato durante il restauro della fine degli anni ’60, inserito in nel nartece esterno, sul lato di Via Garibaldi.

L’impianto federiciano aveva in origine due campanili, di cui l’unico superstite è ornato da trifore, ed un impianto interno a tre navate che si conclude in un aula presbiteriale a pianta quadrata e cupola ottagonale.

Nel 1317, Francesco Petrini, sfruttando il dislivello tra la strada inferiore e il piano della chiesa e appoggiandosi ai due contrafforti che sorreggono la cupola, realizzò, sul lato orientale, il monumentale portale che si erge al di sopra di una imponente gradinata con la sua profonda strombatura ornata da colonnine tortili ed altri elementi scultorei.

Lanciano - Chiesa di Santa Maria Maggiore - Il PortaleNella lunetta del portale trecentesco si trova il gruppo della Crocifissione, e l’iscrizione con la data e la firma dell’artista. Il rosone, fiancheggiato da colonnine pensili, si apre al di sopra del portale arricchito anche da due snelle bifore laterali.

Il portale conservava fino a non molti anni fa gli originari battenti lignei che, a causa del loro stato di conservazione, sono stati sostituiti con altri che riprendono il disegno antico mentre gli originali sono stati collocati all’interno dell’edificio.

Il lato sinistro della facciata è la testimonianza più evidente della trasformazione subita dall’edificio nel XVI secolo, quando venne ampliato e il prospetto ingrandito utilizzando materiale di spoglio dell’edificio originario inglobando anche il portale ogivale proveniente dalla parte duecentesca, che, insieme al portale laterale  che si apre sull’attuale via Federico Spoltore, ricollega la costruzione di Santa Maria Maggiore ai cantieri dell’Imperatore Federico II, ed in particolare alle tipologie costruttive di Castel del Monte. Le due finestre ed il secondo rosone dagli evidenti caratteri decorativi di ispirazione classica, possono riferirsi pienamente all’epoca rinascimentale.

Lanciano - Chiesa di Santa Maria Maggiore - Il RosoneAlla fine degli anni ’60, l’interno della chiesa venne sottoposto ad un radicale intervento di restauro che cercò di recuperare per intero la chiesa gotica ricostruendo ex – novo la navata laterale di sinistra della chiesa medievale distrutta durante l’ampliamento cinquecetesco per poter realizzare una nuova e grande navata che costituì l’asse centrale di una complessa struttura a tre navate con in più due file di cappelle laterali appartenenti alle maggiori famiglie cittadine.

Il drastico restauro ha finito però col compromettere seriamente la conservazione di tutto l’ampliamento cinquecentesco del quale oggi, conservando elementi artistici di grande pregio, è stato avviato un progetto di consolidamento e recupero.

La chiesa di Santa Maria Maggiore è ricchissima di opere d’arte, in gran parte purtroppo non visibili al pubblico. Nell’area presbiteriale, oltre al fonte battesimale ricavato da elementi lapidei erranti e alla pala d’altare raffigurante l’Assunta opera dell’artista Giuseppangelo Ronzi si trovano il pregevole trittico di scuola veneta, raffigurante la Madonna con Bambino tra San Nicola di Bari e San Tommaso, attribuito a Girolamo Galizzi da Santacroce e la straordinaria croce processionale in argento e smalti di Nicola da Guardiagrele, capolavoro d’arte orafa datato 1422.

Nella parte superiore della zona cinquecentesca vi è, non accessibile ai visitatori l’Oratorio della Confraternita di Maria Santissima della Pietà e Concezione, risalente alla fine del XVIII secolo.

Proseguendo a sinistra, lungo Via Garibaldi, si giunge a Largo dell’Appello dove vi sono il Museo Diocesano e le Torri Montanare.

Museo Diocesano

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Lanciano - Il Museo DiocesanoIl largo davanti alla chiesa di Santa Giovina è detto Largo dell’Appello poiché in epoca napoleonica, il palazzo, già adibito a seminario venne destinato ad ospitare la Corte d’appello degli Abruzzi.

Oggi, oltre agli uffici della Curia e alla Biblioteca e all’Archivio Diocesani ospita, dal 2002,  il museo diocesano che è certamente è tra i più importanti e ricchi musei d'arte sacra della regione.

L’esposizione articolata in nove sale e che si sviluppa su oltre mille metri quadrati di spazio permette di ammirare testimonianze di secoli di storia della chiesa frentana: dipinti, sculture, oreficerie, paramenti sacri, ex voto, arredi lignei, ricami, manoscritti, legature preziose, databili dal XIII al XX secolo.

Assai significativo è il nucleo delle oreficerie, con capolavori quali la croce astile quattrocentesca di Nicola da Guardiagrele e bottega, il quasi coevo pastorale di scuola sulmonese, e la brocca per pontificale - segnata 1603 - di probabile manifattura napoletana.

Non meno importante è il settore dei tessuti: splendidi i ricchi paramenti liturgici ottocenteschi appartenuti all'Arcivescovo Francesco Maria de Luca, e sorprendente il grande parato di metà '700, che misura quasi cinquanta metri quadrati, dipinto a tempera e ricamato, dono del medesimo prelato alla Cattedrale.

Tra i numerosi dipinti, risaltano per qualità il Cristo portacroce, opera di pittore giorgionesco dei primi del Cinquecento, la Madonna col Bambino firmata da Iacovo de Lanziano, un maestro che dovette soggiornare nella Venezia del Quattrocento, e il bozzetto tardo-settecentesco di Giacinto Diana per la perduta decorazione ad affresco della cupola della Cattedrale.

In coincidenza del terremoto del 2009 è tornata ad essere esposta nelle sale del museo la pala della Madonna col Bambino tra San Giovanni e San Nicola opera del pittore lancianese del ‘500 Polidoro da Lanciano.

Tra le  sculture si segnalano, per la loro importanza, una Madonna col Bambino di scuola abruzzese di fine XIII - inizi XIV secolo, e un'altra Madonna, assegnabile a maestro, sempre abruzzese, della prima metà del Quattrocento.

 

Torri Montanare

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Lanciano - Torri MontanareLe fortificazioni a difensa della zona occidentale di Lanciano, l’unica parte della città che, terminando in piano, non poteva essere difesa dai possenti bastioni che circondano il resto dell’abitato, si svilupparono  progressivamente, a partire dall’XII secolo, ai primi anni dell’espansione del quartiere di Civitanova, che in questa zona, fino alla suddivisione della città in quartieri, costituiva un rione separato detto “di Vallebona”.

I due versanti delle mura presentano caratteristiche costruttive diverse: nel tratto più antico, sovrastante la vallata del Feltrino, la struttura muraria è costituita da un misto di mattoni e pietrame

Nel tratto che proseguiva fino all’immissario del Malvò, alla porta di Santa Chiara e si ricongiungeva al Torrione aragonese la muratura si presenta ancora oggi, nelle porzioni superstiti, in laterizio il che permette di datarla insieme alla torre più bassa, che mostra evidenti caratteri quattrocenteschi, alla ristrutturazione dell’apparato difensivo realizzato in epoca aragonese, intorno al 1480.

Lanciano - Torri MontanareLa torre più alta, invece, che ha il lato verso l’interno aperto al fine di impedirne l’uso contro la città in caso di conquista è quanto rimane del più antico sistema difensivo e permetteva il controllo sulla prospiciente piana dei cappuccini e su tutta la sottostante vallata del Feltrino.

La fantasia popolare vuole che sul sito delle torri sorgesse, in epoca alto - medievale il castello di Jehan de Lanson, leggendario paladino di Carlo Magno le cui gesta sono narrate in una chanson de geste, conservata presso la Biblioteca Nazionale di Parigi, risalente al XIII secolo.

Nei pressi delle torri si apriva una delle nove porte, detta “di Santa Maria la Nova” dal nome della chiesa, oggi conosciuta come Santa Giovina, che col suo convento vi sorgeva poco distante.

Nonostante la presenza di queste imponenti fortificazioni questa fu la parte più debole del sistema difensivo dell’antica Lanciano.

Infatti nel 1423 il capitano di ventura Muzio Attendolo Sforza, sconfisse Braccio da Montone ed occupò Lanciano aprendo una breccia proprio nel tratto di mura presso Santa Chiara.

Oggi, terminata la loro funzione difensiva, le Torri Montare sono uno dei più incantevoli scorci della Città e lo spazio  al loro interno è destinato ad ospitare i grandi concerti all’aperto dell’Estate Musicale Frentana.

Affacciandosi dagli spalti si può ammirare un pittoresco panorama sugli orti della Contrada di Sant’Egidio, tra i quali spunta l’omonima chiesa e la Fontana di Civitanova.

Tornando indietro, percorrendo al contrario Via Garibaldi, si giunge al quartiere Sacca, in fondo al quale sorgono le chiese di S. Nicola e di S. Rocco.

Chiesa di San Nicola

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Lanciano - La chiesa di San NicolaLa chiesa dedicata a San Nicola di Bari, parrocchiale del quartiere della Sacca, venne costruita nel 1242 sul sito della Chiesa di San Pellegrino, distrutta da un incendio,.

L’ingresso da Via Garibaldi è costituito da un portale gotico sormontato una scultura raffigurante San Nicola tra lo stemma di Lanciano e lo stemma della famiglia Ricci.

Il campanile del XIII secolo ha conservato all’esterno una elegante finestra a bifora e tracce dei bacini ceramici policromi, posti un tempo tra le arcatelle della cornice ed è certamente la parte più interessante dell’altrimenti assai spoglia e modesta architettura dell’edificio.

L’interno, di chiara ispirazione neoclassica, è stato completamente ricostruito tra il 1854 e il 1881 dall’ingegner Filippo Sargiacomo il quale realizzò la soprelevazione della navata centrale e progettò l’apparato decorativo in stucco.

Degna di nota è la presenza di un fonte battesimale la cui superficie è finemente lavorata con incisioni e dipinti e di un antica acquasantiera in pietra.

Nel 1993 è stato scoperto, all’interno di una cappella alla base del campanile, un prezioso ciclo di affreschi, con diverse raffigurazioni riferibili alla Leggenda della Vera Croce e alcune figure di santi, realizzate tra la seconda metà del 1300 e la prima metà del secolo successivo.

Scarica la guida degli affreschi della Vera Croce

Un tempo si trovava proprio tra queste pareti l’unico dipinto conservato in patria attribuito al pittore Polidoro da Lanciano oggi al Museo del Castello Cinquecentesco di L’Aquila.

Tra le preziose suppellettili della chiesa, conservate nell’adiacente Centro di Documentazione Museale, inaugurato il 22 luglio del 2000 e ricco di preziose suppellettili ecclesiastiche, vi è il reliquiario del 1456, opera di Nicolaus de Franca, in argento, finemente cesellato, in lamine d’oro e smalti con fregi di gusto gotico ed un San Michele Arcangelo dipinto da Federico Spoltore nel 1944.

 

La chiesa di San Rocco

Adiacente da tempo immemorabile alla chiesa parrocchiale di San Nicola sorge la più piccola ma assai antica cappella dedicata a San Rocco.

L’esterno dell’edificio, realizzato nel 1863 su progetto dell’ing. Filippo Sargiacomo, mostra un chiaro impianto classico e l’abile uso del laterizio.

L’interno mostra evidenti elementi che permetto di datarlo al XIII secolo ma la prima testimonianza scritta di questa cappella dedicata al Santo pellegrino invocato, insieme a San Sebastiano contro le pestilenze, risale al 1560 mentre la costituzione della confraternita di Maria Santissima della Pietà e San Rocco è documentata dal 1579.

L’altare maggiore che oggi vediamo venne invece realizzato nel 1730.

La festa del Santo ricorre il 16 agosto e in quell’occasione all’interno del sacro edificio vengono accatastati su alcuni tavoli calchi di parti anatomiche in cera, ex voto di fedeli che hanno ricevuto la grazia d’una guarigione.

Durante la festa vengono distribuiti e consumati panicelli benedetti.

(testi di Domenico Maria Del Bello)

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